
Le rimonte più clamorose della storia della Formula 1

Nella storia della Formula 1 abbiamo assistito molto spesso a clamorose rimonte da parte di piloti che dalle retrovie, giro dopo giro, recuperano posizioni su posizioni.
Sono quelle imprese che generano emozioni indelebili e che cementano la passione per questo sport. Andiamo a vedere quali sono state alcune delle rimonte migliori a cui si è assistito nella storia della Formula 1.
Max Verstappen - Red Bull, Gran Premio di Belgio, 2022
Il 28 agosto 2022, sul circuito di Spa-Francorchamps, la Red Bull di Max Verstappen è costretta a partire dalle retrovie (14ª posizione) a causa dell'installazione della quarta power unit (contro le tre permesse dal regolamento Fia).
Ciò non ha comunque fermato il pilota olandese: complice anche la Safety Car entrata in pista poco dopo la partenza, al primo giro è già in zona punta, e nel complesso gli servono solo 12 passaggi completi prima di prendere la testa della gara, testa che non lascia fino alla fine. Si tratta della seconda miglior rimonta di sempre sul circuito belga, dopo quella di Schumacher nel 1995.
Lewis Hamilton, Gran Premio di San Paolo, 2021
Il 14 novembre 2021 sul circuito di Interlagos, sede della prima edizione del Gran Premio di San Paolo (ex Gran Premio del Brasile), Lewis Hamilton partì in decima posizione, dopo un weekend di qualifiche travagliate a causa dell'utilizzo del DRS irregolare nelle qualifiche del venerdì (in cui aveva peraltro fatto registrare il miglior tempo) e in seguito alla sostituzione del motore ICE il sabato.
Pronti, via, in partenza il britannico recuperò immediatamente 4 posizioni, per poi arrivare, dopo l'ingresso della safety car al 4° giro, a tallonare le Red Bull di Sergio Perez e soprattutto del rivale Max Verstappen, con cui si stava giocando il mondiale. A questo punto va in scena una gara emozionante di Hamilton che prima riesce a passare Perez definitivamente tra il 17° e il 18° giro e quindi attacca a più riprese Verstappen, riuscendo nel sorpasso decisivo alla 58ª tornata e involandosi verso una vittoria festeggiata sul podio con la bandiera brasiliana, in omaggio al suo idolo Ayrton Senna.
Sergio Perez - Racing Point, Gran Premio di Sakhir, 2020
La seconda gara tenutasi sul circuito del Bahrein nel 2020 (ma con diversa configurazione, anno segnato dalla pandemia di Covid che stravolse calendario e presenze dei vari piloti ha visto la vittoria di Sergio Perez alla guida della Racing Point. Partito in 5ª posizione, il messicano viene subito costretto al rientro ai box per una collisione con Charles Leclerc e Max Verstappen.
Rientrato in pista in 18ª posizione, al 22° giro ha già recuperato la metà delle posizioni, e al 57° giro riesce addirittura a portarsi al 3° posto alle spalle delle McLaren di George Russell e Valterri Bottas, le quali però sono coinvolte in un disastroso pit-stop, con gomme scambiate e problemi tecnici. Perez conquista così la sua prima vittoria in Formula 1 (dopo 188 gare), così come la prima vittoria per la Racing Point.
Fernando Alonso - Ferrari, Gran Premio d'Europa, 2012
Il 24 giugno 2012, sul circuito spagnolo di Valencia, il pilota di casa Fernando Alonso partiva in 11ª posizione dopo delle pessime qualifiche disputate con la sua Ferrari. Grazie ad un perfetto connubio tra la bravura in pista del pilota asturiano e la strategia messa in atto ai box, la Ferrari conquistò una vittoria insperata dopo il ritiro di Sebastian Vettel al 34° giro, che trasformò quella che già era stata una strepitosa rimonta fino al 2° posto in un trionfo, nella gara che vide anche l'ultimo podio in carriera di Michael Schumacher.
Jenson Button - McLaren, Gran Premio del Canada, 2011
Il 12 giugno 2011 nel circuito di Montreal la grande protagonista è la pioggia, che influenza pesantemente una gara che entrò nella storia come la più lunga di sempre: 4 ore, 4 minuti, 39 secondi e 537 millesimi, a causa delle numerose interruzioni dovute alle condizioni atmosferiche.
Una gara folle, in cui Jenson Button parte in 7ª posizione e si ritrova all'ultimo posto a metà gara, dopo una foratura dovuta ad un contato con Alonso, per poi recuperare posizioni su posizioni mano a mano che la pista si asciugava, tra incidenti e ingressi della safety car. All'ultimo giro il britannico si trova a tallonare un Vettel in prima posizione che, sotto pressione, commette un errore regalando così il successo all'inglese della McLaren.
Kimi Raikkonen - McLaren, Gran Premio di Giappone, 2005
Il 9 ottobre 2005 Kimi Raikkonen si presentò sulla griglia di partenza del circuito di Suzuka in 17ª a causa della pioggia che lo sorprese durante le qualifiche. Poche recriminazioni in realtà, dal momento che aveva dovuto sustituire il motore Mercedes della sua McLaren durante le qualifiche e che sarebbe quindi dovuto partire comunque dal fondo dello schieramento.
In partenza subito un grande spavento, con un contatto sfiorato con il compagno di scuderia Montoya. Una gestione impeccabile delle gomme però portarono il glaciale finlandese a recuperare in fretta, grazie ad una macchina tanto veloce quanto inaffidabile. A 8 giri dalla fine però la testa della gara è di Giancarlo Fisichella, la cui Renault ha ben 9 secondi di vantaggio. Raikkonen spinge a tavoletta e all'ultimo giro riprende l'italiano, superandolo in extremis con uno splendido sorpasso sull'esterno e involandosi verso un'incredibile vittoria.
Rubens Barrichello - Ferrari, Gran Premio di Germania, 2000
Il 30 luglio 2000 gli occhi dei tifosi Ferrari erano puntati su Michael Schumacher, che dopo le battute d'arresto delle gare precedenti cercava il riscatto sul circuito di casa, l'Hockenheimring. Il tedesco partiva in 2ª posizione, contro la 18ª del compagno brasiliano Rubens Barrichello, alla prima stagione in Ferrari e con il ruolo di seconda guida cucito addosso.
Alla partenza però Schumacher viene messo fuori causa da una collisione con Fisichella, mentre il brasiliano si rende protagonista di una grande gara che lo porta in 3ª posizione, dietro le due McLaren Mercedes di Hakkinen e Coulthard che appaiono irraggiungibili.
Al 24° però accade l'imponderabile: un ex-dipendente Mercedes irrompe nel circuito per protestare contro il licenziamento, e l'ingresso della safety car annulla il vantaggio delle due McLaren (alimentate proprio dal motore della casa tedesca). La pioggia improvvisa costrinse poi le due vetture anglo-tedesche ai box per il cambio gomme, mentre il brasiliano sulla Ferrari decise di rischiare il tutto per tutto e concludere la gara con le gomme slick: azzardo che venne premiato con la prima, esaltante vittoria in carriera.
Michael Schumacher - Renault, Gran Premio di Belgio, 1995
Il 27 agosto 1995, sul circuiti di Spa-Francorchamps, sono le Ferrari di Berger e Alesi a partire in pole position, mentre i due contendenti per il titolo iridato, Damon Hill e Michael Schumacher, avevano incontrato vari problemi in qualifica.
L'inglese della Williams partiva in 8ª posizione, mentre il tedesco della Renault addirittura in 16ª.
La pioggia intermittente però condizionò pesantemente la gara costringendo i piloti a al cambio gomme e rimescolando di continuo le posizioni ma la freddezza di Schumacher che rimase in pista con le gomme da asciutto pagò nel momento in cui la pista iniziò ad asciugarsi, permettendogli di sopravanzare Hill.
Ayrton Senna - McLaren, Gran Premio di Giappone, 1988
Era il 30 ottobre 1988 e sulla pista di Suzuka andava in scena l'ennesimo capitolo della rivalità tra Alain Prost e Ayrton Senna, compagni di scuderia alla McLaren ma fieri contendenti per il titolo.
Il campione brasiliano partiva in pole position, ma alla partenza il motore si spense ben due volte. Grazie alla leggera pendenza su cui era posizionata la vettura però riuscì comunque ad avviare il motore, scivolando però in 14ª posizione.
Prost si portò in testa e, nonostante un problema al cambio, tiene la testa fino al 28° giro, quando proprio Senna, dopo una strepitosa rimonta favorita dalla pioggia, arrivò a superarlo approfittando di un doppiaggio, involandosi verso una vittoria, chiusa con un vantaggio di oltre 13 secondi, che gli valse anche il titolo mondiale (per la controversa regola degli scarti che lo piazzava davanti a Prost in classifica nonostante il francese avesse conquistato nel complesso più punti).
John Watson - McLaren, Gran Premio degli USA Ovest 1983
Il 27 marzo 1983, sul circuito di Long Beach, è andata in scena quella che rappresenta ancora il record tra le migliori rimonte della storia della Formula 1. John Watson, pilota McLaren, dopo delle qualifiche deludenti, per usare un eufemismo, partiva dalla 22ª posizione (con il compagno Niki Lauda alle spalle).
In gara però le due McLaren recueperarono velocemente posizioni a causa di ritiri e pit-stop delle vetture che le precedevano, arrivando nelle prime due posizione al 44° giro.
Solo i crampi nella parte finale della gara impedirono a Lauda di gareggiare con il compagno per la prima posizione, lasciando così a Watson vittoria e record e alla McLaren una doppietta assolutamente insperata.
Jackie Stewart - Tyrrell, Gran Premio del Sudafrica, 1973
Il 3 marzo 1973 Jackie Stewart, alla guida della Tyrrell del compagno François Cevert, si presentò sulla griglia di partenza del circuito di Kylami in 16ª posizione. Si trattò di una gara intensissima, in cui Mike Hailwood salvò la vita di Clay Ragazzoni estraendolo di persona dai rottami della BRM in fiamme dopo la collisione tra le loro vetture e quella di Jacky Ickx.
Ad approfittare dello spaventoso incidente fu proprio Jackie Stewart, che nonostante lo sventolare delle bandiere bianche e blu, superò di slancio tutti gli avversari che gli si erano parati davanti e chiuse con una vittoria a dir poco contestata, con la McLaren che presentò reclamo inutilmente e Stewart che incamerò punti fondamentali per il suo terzo e ultimo titolo mondiale della carriera.
Jim Clark - Lotus, Gran Premio d'Italia, 1967
Quella di Jim Clark sul circuito di Monza il 10 settembre 1967 è stata una rimonta che, nonostante non si sia conclusa con una vittoria, è rimasta indelebilmente impressa negli annali della Formula 1.
Partito in pole position, lo scozzese alla guida della Lotus subisce una foratura al 13° giro, che lo costringe all'ultimo posto, ripartendo con più di un giro di ritardo. Inizia una rimonta spettacolare che lo porta a riprendere il gruppo di testa e, nel corso degli ultimi giri, a riprendersi la testa della gara davanti a John Surtees e Jack Brabham. Proprio negli ultimi chilometri però un problema pompa della benzina lo frena e lo vede nuovamente superato dai due inseguitori. Alla fine arriva un terzo posto, con oltre 20 secondi di distacco dai primi due, ma con la consapevolezza di aver compiuto comunque un'impresa eccezionale.
Juan Manuel Fangio - Maserati, Gran Premio di Germania, 1957
Il 4 agosto 1957 si corre al Nordschleife, l'anello-nord del Nurburgring. Juan Manuel Fangio dominò le qualifiche con la sua Maserati, ma si rese conto che in gara i piloti Ferrari, Mike Hawthorn e Peter Collins, avrebbero avuto il vantaggio di disputare tutta la corsa senza pit-stop.
Fangio restò in gara tranquillamente per tutti i primi 13 giri, ma dovette poi fermarsi per un pit-stop, con un rassicurante vantaggio di 30 secondo. Ai box però ci furono problemi con un cambio gomme, e quando tornò in pista Fangio era terzo, a 48 secondi di distanza da Collins.
Nei successivi 10 giri Fangio riuscì a stabilire il record del giro per ben 9 volte (di cui 7 volte consecutive), riprendendo così la coppia di testa e superando Collins in volata in corrispondenza di uno strettissimo passaggio sotto un ponte. Nel corso dello stesso giro, il 21°, superò anche Hawthorn mettendo entrambe le ruote interne sull'erba, ottenendo così la sua ultima vittoria in carriera. D'altra parte, a fine gara dichiarò profeticamente: "Non ho mai corso così velocemente in tutta la mia vita, e penso che non sarò mai più in grado di farlo".