I piloti italiani in Formula 1: da Nuvolari ai giorni nostri

Formula 1

I piloti italiani sono una costante nella storia della Formula 1 anche se ultimamente meno vincente di un tempo...

Nonostante il nostro sia un Paese fortemente amante delle quattro ruote, la Formula Uno ha sempre avuto un rapporto controverso con i piloti italiani.

Dopo periodi in cui i volanti delle varie scuderie erano in larga parte guidati da nostri rappresentanti, nel tempo via via a questi sono subentrati piloti stranieri.

In ordine di tempo, infatti, Antonio Giovinazzi è stato l'ultimo rappresentante italiano nel circus dei bolidi motorizzati, e nel 2022 nessun azzurro ha avuto chance di guidare una Formula Uno.

In attesa di tempi migliori per i nostri portacolori, andiamo a ricordare i migliori piloti italiani che hanno guidato in F1.

Prima metà del Novecento: l'era Ferrari e Nuvolari

La Formula Uno, così come la conosciamo, nasce attorno al 1950, con il primo Campionato del Mondo. Tuttavia, nella prima metà del Novecento, le competizioni automobilistiche - pur non sotto l'effige di "Formula Uno" avevano almeno due piloti italiani che sono passati alla storia per le loro straordinarie vittorie.

Parliamo, naturalmente, di Tazio Nuvolari ed Enzo Ferrari. Il primo ha iniziato con le moto, per passare alle quattro ruote nel 1927. All'epoca, si correva per manifestazioni come la "Formula Grand Prix" o il "Campionato Internazionale" : Nuvolari, su Alfa Romeo e su Ferrari, fece incetta di vittorie.

Discorso simile per Enzo Ferrari: prima della straordinaria carriera imprenditoriale, il modenese si cimentò alla guida di alcune vetture (iniziando la carriera nella scuderia "Costruzioni Meccaniche Nazionali", nel 1919) e pure con discreti risultati.

Anni '50 : l'epoca Ascari e Farina

L'inizio del Campionato Mondiale di Formula Uno è, per i colori azzurri, pressochè trionfale: nel 1950, nell'edizione numero uno, a diventare Campione del Mondo è il nostro Nino Farina, su Alfa Romeo.

Farina vince il titolo grazie a ben tre trionfi su un totale di sette GP stagionali. Sarà il suo unico trionfo iridato, nonostante il passaggio in Ferrari di qualche tempo dopo.

Alberto Ascari, invece, è il primo grande pilota italiano che trionfa su Ferrari: nel 1952 e nel 1953, infatti, il milanese conquista due straordinari titoli consecutivi, dominando letteralmente il Campionato e lasciando le briciole agli avversari.

Correrà sino al 1955, passando (senza replicarsi ulteriormente) anche da Maserati e da Lancia.

Anni '60, '70 e '80: poca gloria per gli azzurri

I trionfi targati Farina e Ascari sembravano indirizzare i Campionati del Mondo di Formula Uno verso un possibile dominio italiano, almeno in termini di piloti.

Ma se le soddisfazioni, in termini di scuderie, arrivano a grappoli (con Ferrari e Maserati uniche vetture in grado di opporsi allo strapotere britannico di Cooper, Lotus e Brabham), lato piloti l'Italia fatica.

È un trentennio veramente complicato, con nessun pilota che riesce a mettersi in mostra concretamente: l'unico che si mette parzialmente in evidenza è Lorenzo Bandini, quarto assoluto nel campionato 1964.

Menzione d'onore, poi, per Lodovico Scarfiotti, che nel 1966 vinse a Monza. È tutt'ora l'ultimo italiano ad aver trionfato nel Gran Premio di casa: sono passati più di cinquant'anni.

Il trend sembra cambiare, finalmente, negli anni '80, con almeno tre piloti che si riescono a mettere in evidenza: il padovano Riccardo Patrese, infatti, inizia a gareggiare stabilmente in Formula Uno a partire dal 1977, su Shadow.

È l'inizio di una carriera lunghissima e ricca di soddisfazioni, al volante di Arrows, Brabham, Alfa Romeo, Williams e Benetton. In tutto, coglierà 6 vittorie e 37 podi su ben 257 Gran Premi.

Anche il romano Elio De Angelis fa il suo esordio con la Shadow, per poi passare a Lotus prima e a Brabham poi. De Angelis disputa 8 Campionati del Mondo, cogliendo due vittorie e 10 podi, prima di scomparire tragicamente nel 1986 in un test con la sua Brabham.

Gli anni '80, per i colori italiani della Formula Uno, fanno rima anche con Michele Alboreto, che nel 1981 inizia a correre nel circus iridato.

Nel 1984 passa in Ferrari, dove corre per cinque stagioni, cogliendo tre vittorie con la Rossa ed un secondo posto Mondiale dietro a Prost. Complessivamente, il suo score sarà di 5 vittorie e 23 podi in 215 gare.

Anni '90 e '00 : il periodo Trulli-Fisichella

Dopo un inizio di anni '90 ancora caratterizzato delle imprese di Riccardo Patrese, non sono pochi i piloti italiani che trovano posto al volante della Formula Uno tra il 1990 e il 2000, senza particolare fortuna: pensiamo ai vari Naspetti, Sospiri, Barbazza, Papis, Bruni, Tarquini, Modena, Lavaggi e Montermini.

A mettersi in evidenza è però Jarno Trulli, che nel 1997 fa il suo esordio in Minardi e per più di un decennio diventerà una presenza fissa in Formula Uno. Con la Renault, nel 2004, vince il Gran Premio di Monaco, unico grande acuto in carriera: si ritira nel 2012 dopo aver ottenuto 1 vittoria e 11 podi in 256 gare.

Nello stesso periodo, quello a cavallo tra la fine degli anni Novanta e l'inizio dei Duemila, emerge Giancarlo Fisichella, che dopo l'esordio in Minardi riesce a percorrere una carriera a buon livello, correndo con molte scuderie blasonate (tra cui Benetton e Ferrari) pur senza mai lottare per il titolo iridato. Per lui 3 vittorie e 19 i podi su 231 Gran Premi.

Anni '10 e '20: Da Liuzzi a Giovinazzi

Red Bull, Toro Rosso, Force India e HRT: queste sono le scuderie che danno fiducia a Vitantonio Liuzzi, pugliese che nel 2005 fa il suo esordio in Formula Uno e vi resta sino al 2011, senza però riuscire a mettersi particolarmente in evidenza.

Nel 2017 arriva la volta di Antonio Giovinazzi, che esordisce con Sauber, per poi passare nel 2019 in Alfa Romeo: anche per lui poca gloria, con 21 punti ottenuti in 62 Gran Premi disputati.

L'azzurro, però, è rimasto nell'orbita Ferrari: speriamo possa tornare a guidare una macchina ufficiale del circus, e con lui qualche altro italiano.