In autunno cadono le foglie, ma anche gli allenatori di Serie A non se la cavano bene

statistica allenatori serie A

Il valzer delle panchine è cominciato e, con l'aria che tira anche in questa stagione di Serie A, non sembra che ci siano le condizioni affinché esso termini a breve giro di posta.

Il massimo campionato di calcio italiano, ha appena terminato la sua ottava giornata e, a parte quella molto precoce di Zanetti a Empoli, è già ufficiale il sacrificio della testa dell'ormai ex allenatore della Salernitana Paulo Sousa, sostituito dal nuovo Mister Inzaghi, di nome Filippo, fremente nel poter tornare a sfidare il fratello Simone al timone dell'Inter.

Ma più in generale questo sembra essere il momento più propizio per far cadere in quantità tali teste, al pari delle foglie che "come sempre cadono in autunno", come diceva Battiato qualche anno fa, con parole che, al giorno d'oggi, devono comunque fare i conti anch'esse col cambiamento climatico.

La statistica degli esoneri in Serie A

Prendendo a riferimento le stagioni che partono dal 2004 e arrivano fino agli esoneri precoci di quella in corso, sono stati in tutto 237 i cambi di allenatore sulla panchina di serie A, dato che non prende in considerazione gli avvicendamenti sulle panchine "a bocce ferme" tra una stagione e l'altra.

Un rapido calcolo ci porta a tracciare una linea divisoria che mette in evidenza qualcosa come 13 cambi di allenatore PER STAGIONE, che è una cifra clamorosamente alta se pensiamo che la Serie A è formata da un totale di 20 squadre.

Significa che, in media, più della metà delle società di Serie A decide di liberarsi del proprio allenatore in corso d'opera, per affidare la panchina ad un suo collega.

Va oltremodo sottolineato che in questo dato rientrano anche dimissioni per i più disparati motivi, rientri in pompa magna quando la pezza si è rivelata peggio del buco e situazioni varie che hanno, comunque, defenestrato definitivamente o parzialmente, lo staff con cui la squadra X ha cominciato il Campionato.

Vero è che ci sono stati casi, non pochi in realtà, che hanno riguardato la stessa squadra e la stessa società in preda alla sindrome da esonero compulsivo, che ha cambiato più e più volte la guida tecnica nel corso della medesima stagione, vi ricorderete gli eclatanti casi Zamparini, Cellino e Preziosi.

Soldi e mugugni

In realtà non esiste un momentum che caratterizzi maggiormente rispetto agli altri l'atto dell'esonero degli allenatori.

In genere è sempre consigliabile cercare di tenere fede alla propria scelta iniziale da parte delle società fino ad un certo punto del campionato, per provare a capire se il lavoro del Mister di turno necessiti di quel tempo che tutti richiedono, prima di portare a casa i risultati sperati.

Questo tipo di mantra è stato spesso predicato da allenatori che riportano sul proprio palmares un numero di esoneri molto alto, come ad esempio Marco Giampaolo, il cui gioco abbisogna di un periodo di assimilazione, certo, accordo che gli fu inizialmente concesso dalla coppia Maldini-Mascara allo start della sua avventura come allenatore rossonero, nel 2019, ma che dopo 9 punti in 7 partite, tra le quali l'ultima e pleonastica vittoria contro il Genoa a Marassi, cadde miseramente per via di una piazza in feroce ebollizione abituata a ben altri obiettivi e posizionamenti in classifica. Fu così che cominciò l'era Pioli al Diavolo.

Il tema è il mugugno della piazza, quindi, che deve fare i conti con i bilanci delle società, che devono fare i conti con le speranze che diventano presto conigli del cilindro o si rivelano Rolex pataccati e che perdono valore di mercato nel giro di qualche settimana.

La realtà è che più è grande la piazza e più è difficile tenere a bada i fischi dei propri tifosi anche perché, generalmente, le capacità economiche più corpose le hanno le società che partecipano alle Coppe Europee o comunque possono avvalersi di bacini di utenza, e quindi di sponsor, molto più importanti di chi lotta per salvarsi.

Ciò significa che se 80.000 persone a San Siro fischiano alla fine di un derby o di una partita più o meno di cartello, quei fischi avranno un peso specifico molto maggiore, rispetto a quelli di piazze meno importanti, dove un avvicendamento di un allenatore ha quello stesso peso specifico maggiore sul bilancio societario e sul mero dare/avere di ogni stagione.

Poi ci sono i casi eclatanti di una squadra come la Juventus con Massimiliano Allegri, spesso vituperato da una parte dei propri tifosi, ma difficilmente sostituibile per il super contratto firmato un paio di anni fa, che, per una squadra che non sta più nemmeno partecipando con continuità alla Champions League e che ha subito il terremoto societario della scorsa stagione, non può permettersi di non dare un occhio al bilancio.

La stagione in corso

Lo spunto per questo articolo, come avrete inteso, è ovviamente, come già riportato, l'esonero già avvenuto di Paulo Sousa alla guida della Salernitana, con Pippo Inzaghi nuova guida che avrà la possibilità di lavorare coi suoi nuovi giocatori fin dalle prossime ore, al netto dei partenti per le nazionali.

Andreazzoli, che invece aveva sostituito Zanetti all'Empoli, ha cominciato la sua ennesima avventura in Toscana dopo il 7-0 rifilato dalla Roma, subendo nelle quattro partite giocate fin qui, due sconfitte contro Inter e Bologna e conquistando una vittoria casalinga contro la Salernitana e un pareggio, anche quello interno, contro l'Udinese.

Adesso c'è da capire come si svilupperà la vicenda dell'allenatore del Napoli Rudi Garcia, già battezzato dalla piazza come sicuro partente a favore di uno tra Conte e il già citato Giampaolo, entrambi non esattamente graditissimi, almeno per adesso, dai tifosi partenopei.

Nella seconda parte della classifica, ad analizzare i risultati, ci sarebbe il Cagliari a rischiare più delle altre squadre, visto che i rossoblù sono mestamente ultimi con soli 2 punti, 3 reti realizzate e 16 subite, ma Claudio Ranieri, che nell'isola è amato come un sultano appena eletto, non sembra essere a rischio esonero, o almeno non lo sarà fino a quando non cominceranno per i sardi i cicli di partite un po' più abbordabili, visto che dopo le prime 8 giornate il Cagliari ha già affrontato Inter, Atalanta, Milan, Fiorentina e Roma.

Qualche mugugno anche in casa Udinese, dove invece Andrea Sottil sembra essere stato confermato ma solo fino al rientro dalla pausa per le nazionali in attesa di vedere quale sarà il risultato della partita contro il Lecce del prossimo 23 ottobre alla dacia Arena, crocevia per la permanenza del tecnico in Friuli.

Staremo a vedere.