Cinque problemi da risolvere per la nuova Roma di Juric
Alea iacta est. Il dado è tratto.
Più che il Rubicone, però, i Friedkin hanno attraversato il difficile fiume di passione che governa il popolo giallorosso, rompendo quel patto di fiducia che avevano condiviso proprio regalando capitan De Rossi per sostituire un Mourinho ormai eletto condottiero a furor di popolo.
La scelta di Ivan Juric non ha certo calmato gli animi, pur l'allenatore croato ha proprio nel temperamento la sua qualità maggiore. La situazione che si è trovato a Trigoria non è però delle migliori e sarà ancora peggio domenica all'Olimpico, con uno stadio interno a urlare la totale disapprovazione per l'operato della società.
Situazione esplosiva esterna, spogliatoio da rifondare, modulo da rivedere, ruoli da inventare. Ci sono almeno cinque grossi problemi che Juric dovrà affrontare nella sua nuova avventura giallo rossa. Vediamo quali.
Le carenze sulle fasce esterne
Quando si pensa al gioco di Ivan Juric, si fa spesso riferimento a un approccio molto aggressivo e difensivo, cosa senza dubbio veritiera ma che non considera forse quella che invece è la sua arma più interessante: la spinta sulle fasce.
In tutte le sue esperienze italiane, Ivan Juric ha sempre dato molto peso ai due ruoli di esterni difensivi, i famosi quindi di centrocampo, che dovevano essere abili sia in fase di copertura, sia soprattutto a spingere all'occorrenza nella fase offensiva.
Nel suo Verona poteva contare sulla destra su un Davide Faraoni perfetto per quel ruolo, mentre a sinistra aveva una doppia scelta importante con Lazovic titolare e un'alternativa di lusso come quella di Federico Dimarco.
Discorso simile nella sua avventura con il Torino: Riccardo Rodriguez e Cristian Ansaldi a sinistra, Vojvoda e poi l'esplosione di Bellanova sulla destra. Insomma sempre tanta roba e soprattutto gli elementi giusti al posto giusto.
Chi si ritrova a Roma in quei due ruoli determinanti? A sinistra in pratica c'è il solo Angelino, che certo non ha mostrato grandi doti fin qua, con l'alternativa ancora più misteriosa di un Samuel Dahl al momento letteralmente mai visto in campo. Potrebbe viceversa tornare utile un Zalewski d'annata, a patto di cancellare i problemi che l'hanno messo fuori rosa.
A destra siamo messi forse ancora peggio, con Zeki Celik e dietro il saudita Saud Abdulhamid (e abbiamo detto tutto). Non è un caso se nella prima uscita contro l'Udinese in realtà su quella fascia l'incaricato più probabile potrebbe essere El Shaarawy, che però non è che sia proprio in grado di fare una parte difensiva alla Juric. Potrebbe viceversa tornare utile un Zalewski d'annata, a patto di cancellare i problemi che l'hanno messo fuori rosa.
Insomma il primo problema di Juric potrebbe proprio arrivare da quello che, in teoria, dovrebbe essere il suo punto di forza.
La gestione dei "Senatori"
Dopo l'esonero di De Rossi, i primi a prendere parola sono stati proprio i "senatori" dello spogliatoio giallorosso. Pellegrini, Mancini, Cristante per dirne un paio. Scontenti della scelta, pronti a darsi però da fare anche con Juric.
Il problema in questo caso è che in un ambiente già fumantino come quello dello spogliatoio romanista, la miccia Juric sembra più pronta a farlo esplodere che non a sedare gli animi. Specie nel momento in cui il modulo del croato costringerà ad accomodarsi in panchina qualche "Big" all'occorrenza.
Uno su tutti Paulo Dybala, così come Matias Soulè del resto. Geni talentuosi che però non si sposano benissimo con il gioco molto tecnico di Juric, così come del resto Tommaso Baldanzi. Tre mancini che ancora non hanno una collocazione tattica precisa e che dovranno ritagliarsi uno spazio necessario tra le fitte maglie tattiche di Juric.
Il rapporto con i tifosi
Non che i tifosi ce l'abbiano con Juric, intendiamoci, ma certo l'ambiente che si è trovato davanti il tecnico croato è qualcosa in cui non si lavora benissimo. Contro l'Udinese già avviato lo sciopero del tifo, con gli spalti di curva vuoti.
E forse peggio ancora andrà quando entreranno, specie se le cose in campo dovessero non mettersi bene. Di nuovo, viene da chiedersi se un animo come quello del mister riuscirà a coincidere con quello altrettanto caldo del tifo giallo rosso.
La strada di Mourinho insegna che c'è sicuramente modo per farsi amare anche con un carattere spigoloso, ma la situazione qua è decisamente diversa e già a Torino il rapporto con la curva non è stato idilliaco.
La difesa a tre: croce e delizia
Il passaggio alla difesa a tre che già DDR aveva intrapreso, sembra scontato con l'arrivo di Ivan Juric. Sulla carta i nomi di Mancini, N'Dicka, Hermoso e Hummels rappresentano peraltro una garanzia per la linea difensiva.
Ci sono però dei "ma" sulla strada. Intanto la linea a tre di Juric deve essere particolarmente dinamica e attiva nella fase di riconquista palla, tanto che i braccetti esterni devono salire spesso sulla linea di centrocampo per dare manforte, lasciano il centrale a copertura.
Quale di questi difensori ha già esperienza con la difesa a tre? Beh, non Hummels che al Borussia ha quasi sempre giocato a quattro. Così come N'Dicka che peraltro sembrava essere particolarmente a suo agio nella scorsa stagione diventando un punto fermo dopo le difficoltà iniziali.
Sia Hermoso che Mancini invece, hanno già esperienza in merito e dovranno solo adattarsi ai dettami di Juric (probabilmente diversi da quelli che hanno imparato rispettivamente con Simeone e Gasperini).
A caccia di gol: la prova del nove per Dovbyk
Che a Juric serva assolutamente un centravanti fisico che possa far salire la squadra, fungere da appoggio per i compagni e metterla dentro all'occorrenza, è risaputo. Zapata era probabilmente la soluzione perfetta per il suo gioco, malgrado di contro si perdesse molto in fase realizzativa (mai avuto attaccanti che facessero tanti gol del resto).
L'attaccante ucraino è stato fin qua non all'altezza delle attese, malgrado il suo primo gol contro il Genoa, ma potrebbe avere le caratteristiche utili per la nuova Roma. Che, di contro, non ha praticamente altre alternative.
Il problema semmai è quanto detto prima: la convivenza con giocatori talentuosi ma difficilmente inquadrabili tatticamente. Dybala e Soulè abbiamo capito essere complementari e difficilmente li vedremo insieme, men che meno con Juric, idem per Baldanzi.
Quindi chi segnerà? A parte l'ucraino su cui comunque ci sarà da vedere quanto riuscirà ad adattarsi ai nuovi canoni, saranno probabilmente i centrocampisti al chiave di volta anche in fase offensiva.
La probabile formazione della Roma di Juric
- (3-5-2): Svilar; N'Dicka, Hermoso, Mancini; Angelino, Pellegrini, Cristante, Konè, Celik; Dybala, Dovbyk.