Oaktree e il modello Caen: è questo il futuro dell'Inter?
Dalle prime ore di mercoledì 22 maggio l'Inter è ufficialmente passata di proprietà dal gruppo Suning della famiglia Zhang al fondo californiano Oaktree, già proprietario della squadra francese del Caen.
Ebbene sì: per quanto il fondo Oaktree non sia particolarmente interessato agli investimenti nell'ambito sportivo, dal 2020 è proprietario del Caen, club di seconda divisione francese.
Dal momento che a breve termine le strade di Caen e Inter non si incroceranno in nessuna competizione ufficiale, al momento Oaktree non deve preoccuparsi delle nuove regole UEFA sulle multiproprietà. Ciononostante, il fondo ha già annunciato la cessione del pacchetto azionario del club francese a fine stagione.
Cosa ha realizzato quindi Oaktree in quattro anni alla guida del Caen? E quanto può dirci sul futuro dell'Inter?
Risultati sportivi deludenti, ma conti in ordine: ecco l'operato di Oaktree al Caen
Il fondo Oaktree ha rilevato l'80% del pacchetto azionario del Caen nel 2020, con il club che stazionava in seconda divisione dopo la retrocessione dalla Ligue 1 avvenuta nel 2019.
Il club versava in cattive acque anche dal punto di vista economico, nonostante gli incassi derivanti dalle cessioni di alcuni giocatori negli anni precedenti fossero stati buoni: N'Golo Kanté al Leicester per 9 milioni nel 2015, Andy Delort al Tigres per 8 milioni nel 2016, Jean-Victor Makengo al Nizza per 6 milioni nel 2017 e Yann Karamoh all'Inter nel 2018, per citare i nomi che ogni hanno avevano garantito la sopravvivenza del club.
Oaktree si insediò promettendo un rapido ritorno in Ligue 1, al fine di aumentare gli introiti e procedere così al risanamento della proprietà. I risultati sul campo però non furono all'altezza delle aspettative: la squadra rischiò addirittura la retrocessione nel Championnat National nel 2021.
L'operazione di risanamento della società passò quindi attraverso il calciomercato, con cessioni importanti come il prodotto del vivaio Alexis Beka Beka alla Lokomotiv Mosca per oltre 6 milioni (giocatore poi passato al Nizza tristemente diventato noto per il plateale tentativo di suicidio avvenuto un anno fa a causa della depressione) e acquisti perlopiù in prestito o a parametro zero.
Solo nel 2022 sono stati spesi 1,2 milioni per i cartellini di due giocatori (il trequartista Bilal Brahimi dal Dunkerque e il centravanti Samuel Essende dal Pau), a fronte però di 4,25 milioni incassati dal Lione per la cessione di Johann Lepenant.
Quest'anno sono stati incassati 1,52 milioni attraverso la cessione di tre giocatori (Samuel Essende al Vizela, Anton Salétros all'AIK e Caleb Zady Sery al Vojvodina), mentre per gli acquisti non è stato versato un euro.
I risultati sono migliorati con gli anni, anche se la promozione è sempre sfuggita: dopo il 17° posto del 2021 hanno fatto seguito un 7°, un 5° e un 6° posto.
Il risanamento finanziario è avvenuto anche attraverso la riorganizzazione aziendale: progressivamente ben il 40% dei dipendenti del club è andato incontro al licenziamento, in particolare per quanto riguarda il settore amministrativo e commerciale.
Anche l'Inter sarà gestita come il Caen?
Il percorso del Caen non lascia proprio tranquilli i tifosi interisti: nel caso del club francese infatti le ambizioni sportive sono state sacrificate in nome di un risanamento economico decisamente drastico.
Le prime dichiarazioni di Oaktree e le indiscrezioni filtrate attraverso fonti più vicine alla cronaca economica che a quella sportiva però indicano un approccio radicalmente diverso nei confronti dell'Inter.
Il fondo americano sa bene che il marchio Inter è un asset che lega il suo valore anche e soprattutto alla sua competitività sportiva. Non a caso il lavoro di risanamento economico compiuto da Zhang e dalla dirigenza nerazzurra negli ultimi anni è ampiamente riconosciuto dagli uomini di Oaktree (che già da tempo ha piazzato due uomini di fiducia nel Consiglio d'Amministrazione interista), che non ritengono di dover intervenire in maniera radicale.
Fondamentalmente i conti dell'Inter sono a posto e già dalla prossima stagione ci si attende il pareggio di bilancio, per cui non dovrebbero avvenire particolari sconvolgimenti soprattutto per quanto riguarda la sfera sportiva della società: con la partecipazione alla nuova Champions League e al Mondiale per Club, l'Inter ha delle occasioni importantissime per riaffermare il suo marchio nel mercato internazionale, ed è molto importante presentarsi al meglio su questi palcoscenici, anche e soprattutto con una struttura commerciale adeguata.
L'intenzione di Oaktree sembrerebbe quella di effettuare un consolidamento della società sulla falsariga di quanto effettuato negli ultimi anni, continuando ad affidarsi agli uomini che sono riusciti a coniugare il risanamento economico ai successi sportivi: Marotta, Ausilio, Antonello, etc. etc.
Il fondo avrebbe escluso la vendita a breve termine della società: in 8 anni la gestione Zhang ha fatto lievitare la valutazione della società dai 350 milioni con cui Suning l'aveva rilevata nel 2016 a più di un miliardo. Il prezzo fissato dalla famiglia Zhang per la cessione dell'Inter era di oltre 1,2 miliardi: l'idea di Oaktree è che proseguendo con il lavoro di risanamento e continuando con i successi sportivi quella cifra possa ancora aumentare nel corsi di qualche anno, per cui non ha fretta di trovare un compratore.