Mondiali 2022

Le finali di Qatar 2022: come stanno le 4 protagoniste del Mondiale

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Il dado è quasi tratto, ormai. Il nome delle due finaliste del Campionato del Mondo di Qatar 2022 è adesso noto a tutti e la Coppa più prestigiosa da assegnare ad una squadra nazionale, sarà messa in palio domenica pomeriggio alle ore 16,00 tra Argentina e Francia.

Alla resa dei conti, quindi, nessuna sorpresa in finale. A giocarsi il titolo saranno due delle squadre che vantavano il favore dei pronostici fin dai mesi precedenti allo start della kermesse qatariota.

Vediamo cosa è successo nelle due semifinali, come si presentano le finaliste e che tipo di rimpianti, se ci sono, possono avere le squadre eliminate.

Croazia: cosa sarebbe successo con una punta seria?

Sgombriamo il campo da facili critiche e pensiamo innanzitutto a porre sugli allori una squadra e un allenatore che con la semifinale di martedì hanno probabilmente chiuso un ciclo fantastico che, se da una parte non ha portato granché a livello di titoli e trofei, dall'altra ha messo in mostra nell'ultima decade un gruppo unito, molto tecnico e pieno zeppo di individualità che hanno fatto la storia recente del calcio croato.

Non sono in pochi a pensare che a tutto questo talento sia mancato quello che gli appassionati e gli addetti ai lavori chiamano "finalizzatore". Non è un segreto per nessuno che la Croazia abbia prodotto in termini di gioco e occasioni molto di più di quanto sia riuscita a mettere in cascina se pensiamo a titoli e vittorie.

Il problema è solo capire se un sistema di gioco come quello di Zlatko Dalic, potesse supportare e sopportare una punta che finalizzasse il gioco espresso da una manovra orchestrata da gente come Modric, Brozovic e Kovacic, tutti prontissimi al sacrificio e fulcro di un sistema di gioco che ha comunque dato i suoi frutti.

Rispetto alla finale colta nel 2018 in Russia e persa per 4-2 contro la Francia, sono rimasti in lizza alcuni senatori. Perisic ha mantenuto i galloni di titolare sulla fascia sinistra, Lovren è rimasto uno dei due centrali della tanto amata difesa a quattro, Brozovic è rimasto l'unico a costruire di fronte alla difesa, con lo spostamento sulla trequarti difensiva di Modric che ha provato a mettere in moto il terzetto offensivo coadiuvato da Kovacic. La differenza abissale è quella che fa capo proprio alla punta.

In Russia c'era tale Mario Mandzukic, in Qatar Kramaric ha provato ad emularlo, ma di Super Mario ne nasce uno ogni tot anni e se da una parte il 9 ha collaborato alla fase difensiva, il 17 faceva questo e pure quell'altro, laddove quell'altro significava performare sotto porta e fare ciò che conduce alle vittorie: segnare.

Marocco: splendida realtà, squadra di grandi prospettive

L'altra squadra che nel pomeriggio di sabato 17 dicembre giocherà la finalina per il terzo e quarto posto, sarà il Marocco, autentica sorpresa della manifestazione qatariota.

Si sapeva fin dall'inizio di questo mondiale che il nuovo che avanza, il calcio africano, avrebbe avuto delle chance di portare avanti almeno una delle squadre del "Continente Nero" e il Marocco, pieno di campioni che giocano in Europa, era la più gettonata per occupare quel vuoto che mancava da sempre.

I maghrebini hanno messo in campo uno spirito di coesione e di sacrificio che è probabilmente mancato ad altre squadre più blasonate. Il resto lo ha fatto la tecnica dei suoi giocatori chiave, Ziyech, Hakimi, Ounahi su tutti, unita ad una tattica orchestrata da Walid Regragui, che ha spessissimo abbandonato velleità di arrembaggi vari verso le porte avversarie che avrebbero messo in difficoltà i propri solisti.

Nella maggior parte delle partite di questo mondiale, il Marocco ha lasciato agli avversari il pallino del gioco, difendendo in maniera ordinata e sfruttando buona parte delle occasioni create, senza mai strafare, un pragmatismo che ha fatto impazzire un popolo intero e che ha garantito una semifinale di altissimo lignaggio.

Argentina: tutti per uno, uno per tutti

Quell'uno al quale ci riferiamo nel titolo di questo paragrafo, risponde ovviamente al nome di Lionel Messi, sublime capofila di un cammino che, dopo un esordio shock contro l'Arabia Saudita, si è liberato di tutte le avversarie frapposte tra la Seleccion e l'obiettivo finale.

A parte quelli de "La Pulce", è giusto ricordare i meriti e il lavoro svolto da Scaloni, che con difficoltà ha dovuto giostrare i propri uomini, alcune volte deludenti, vedi Lautaro Martinez, altre sempre presenti quando c'è stato da togliere i dubbi sui titolari da mandare in campo.

Ed ecco che le straordinarie prestazioni di Alvarez, De Paul, Molina, solo per citarne tre oltre al giocatore del PSG, hanno contribuito al successo dell'Albiceleste, che si giocherà le sue carte contro la scuola europea rappresentata dalla Francia.

Contro la Croazia, probabilmente fin troppo rinunciataria in semifinale, le mosse di Scaloni sono state perfette. Intanto l'inserimento di Tagliafico al posto di Acuna, per l'occasione squalificato e che rivedremo domenica in finale, poi la mossa di Paredes titolare, a limitare con successo il lavoro dei centrocampisti croati, per finire con lo spostamento di Lisandro Martinez sulla linea difensiva, entrato al posto del centrocampista bianconero per mettersi a tre dietro e dare maggiore sfogo al gioco sulle fasce, allargando così il campo e permettendo a Messi maggior capacità di manovra.

Francia: manca l'ultimo atto

La squadra di Deschamps non ha offerto uno spettacolo sublime nella partita di semifinale contro il Marocco. la squadra nordafricana ha avuto qualche difficoltà di approccio alla gara, in virtù di una forza propulsiva transalpina che ha sorpreso i Leoni dell'Atlante, che si è però affievolita con l'incedere del match. La parte centrale della partita è stata infatti tutta di marca maghrebina e la Francia ha dovuto sventare più di un pericolo per evitare il pareggio.

Sono distrazioni che i galletti non possono permettersi contro la nazionale Albiceleste che, senza nulla togliere allo splendido cammino di Hakimi e compagni, ne approfitterebbe grazie al maggior tasso tecnico.

Sugli scudi i due giocatori milanisti, Giroud e Theo Hernandez, quest'ultimo chiamato in causa da Deschamps dopo l'infortunio del fratello Lucas. Una particolare menzione và fatta per Griezmann, che finora non ha sbagliato una partita e che da terminale offensivo dei primi anni della sua carriera, si sta trasformando sempre più in uomo a tutto campo che in questo mondiale è diventato insostituibile.


La partita tra Francia e Argentina si giocherà domenica pomeriggio alle ore 16,00, con diretta su RaiUno.