Italia: dopo il no di Ranieri, chi sarà il prossimo ct? Da Pioli ai campioni del 2006, le varie ipotesi

Quando sembrava già tutto deciso, si riapre di colpo la caccia al prossimo ct della Nazionale italiana.
La repentina rinuncia di Claudio Ranieri alla panchina degli Azzurri ha infatti preso di sorpresa il mondo del calcio, costringendo la FIGC a riaprire urgentemente la caccia al successore di Luciano Spalletti. Dopo un iniziale accordo quasi raggiunto, l'ex tecnico della Roma ha preferito concentrarsi sul nuovo ruolo dirigenziale presso il club giallorosso, lasciando la federazione nell'incertezza. Tra i candidati emergono Stefano Pioli, attualmente all'Al-Nassr ma in uscita, un possibile ritorno di Roberto Mancini, e una serie di ex campioni del mondo del 2006 come Fabio Cannavaro, Daniele De Rossi e Gennaro Gattuso, ciascuno con profili differenti e sfide distinte.
Stefano Pioli: il favorito con un piede fuori dall'Arabia Saudita
Stefano Pioli, nato a Parma nel 1965, rappresenta oggi il nome più caldo per la successione. La sua carriera, segnata dalla vittoria dello scudetto 2021-2022 con il Milan e dalla Panchina d'Oro, lo qualifica come uno degli allenatori italiani più competenti tra quelli disponibili. Nonostante il contratto triennale con l'Al-Nassr, firmato nel settembre 2024, le recenti sconfitte in AFC Champions League e i contrasti con Cristiano Ronaldo ne minano la stabilità in Arabia Saudita, rendendo plausibile un addio anticipato.
La FIGC apprezzerebbe la sua capacità di valorizzare giovani talenti e di gestire gruppi complessi, qualità essenziali per una Nazionale in fase di rinnovamento. Tuttavia, la sua eventuale disponibilità dipenderà dalle clausole di recesso nel contratto con l'Al-Nassr, attivabili nel corso di questo giugno.
Roberto Mancini: il ritorno dell'architetto dell'Europeo 2020
Un'ipotesi che affascina parte dell'opinione pubblica è il ritorno di Roberto Mancini, artefice della vittoria agli Europei 2020 e dimessosi nel 2023 dopo divergenze con la federazione (e la prospettiva di un ricchissimo contratto in Arabia Saudita). Il tecnico jesino, attualmente senza squadra, ha dimostrato di saper amalgamare esperienza e giovani promesse, adottando un calcio propositivo che ha riportato l'Italia ai vertici continentali.
Tuttavia, il suo approccio richiederebbe un progetto a lungo termine e un controllo quasi totale sulle scelte tecniche, elementi che potrebbero scontrarsi con le attuali esigenze della FIGC, orientata verso una transizione più rapida. Inoltre, il suo passato recente con la federazione lascia dubbi sulla possibilità di una riconciliazione, nonostante il prestigio acquisito.
Gli eroi del 2006: tra entusiasmo e inesperienza
La ricerca di un'icona capace di risvegliare l'orgoglio nazionale ha riportato in auge i nomi di Fabio Cannavaro, Daniele De Rossi, Gennaro Gattuso e Andrea Pirlo, tutti veterani del trionfo mondiale del 2006.
Fabio Cannavaro: il simbolo di Berlino
Cannavaro, già ct della Cina e del Benevento, unisce carisma e un breve ma significativo percorso da allenatore. Ultimo Pallone d'Oro italiano e capitano della Nazionale campione del Mondo 2006, è un vero e proprio simbolo del calcio italiano ai massimi livelli, avendo giocato con le maglie di Napoli, Parma, Inter, Juventus e Real Madrid.
La sua esperienza internazionale e la conoscenza del calcio asiatico potrebbero offrire una prospettiva innovativa, sebbene la mancanza di risultati eclatanti in veste di allenatore in club europei sollevi più di una perplessità.
Daniele De Rossi: il ponte generazionale
De Rossi, che ha dato prova di carattere durante la sua esperienza alla guida della Roma, incarna il passaggio generazionale. Uno dei più giovani della spedizione mondiale del 2006, è cresciuto vicino a quei campioni ma ha attraversato anche le ere più buie della Nazionale, mancando la qualificazione al Mondiale 2018.
Il suo approccio moderno e la recente esperienza in una panchina "calda" lo rendono un candidato credibile, soprattutto se affiancato da uno staff esperto. La FIGC potrebbe vederlo come una soluzione a medio termine, puntando sulla sua crescita parallela a quella della squadra.
Gennaro Gattuso e Andrea Pirlo: il rischio della fretta
Gattuso, dopo esperienze altalenanti con Milan, Napoli e Valencia, e Pirlo, deluso dalle esperienze alla Juventus e alla Sampdoria, rappresentano opzioni più rischiose, pur avendo una caratura internazionale di alto profilo: i risultati mediocri ottenuti con i club (in piazze particolarmente esigenti e in situazioni difficili, a onor del vero) ne mettono in dubbio il valore in panchina.
Il ruolo di selezionatore della Nazionale potrebbe rientrare maggiormente nelle corde dei due, dai caratteri diametralmente opposti ma rispettati sia in Italia che all'estero.
Entrambi necessiterebbero però di un progetto strutturato e di tempo per adattarsi al ruolo, elementi non sempre compatibili con le urgenti richieste della Nazionale.