Igor Protti: lo «Zar» del gol, col cuore amaranto

Bomber di provincia

Storia di uno dei pochi bomber capace di vincere la classifica dei cannonnieri in ogni categoria

Potete chiamarlo "Lo Zar", oppure anche "l'uomo dai gol impossibili" (vedi il gol in rovesciata contro la Fiorentina che è entrato negli annali). Ma per tutti è semplicemente Igor Protti, il Bomber dei record, l'unico (insieme a Hubner) capace di vincere la classifica dei marcatori in tutti i campionati professionistici (Serie A, B e C1).

Dagli esordi alla Serie A

Igor Protti inizia la sua carriera lì dove è nato, a Rimini, debuttando in C1 già a 16 anni. Poi la sua prima avventura a Livorno per tre stagioni (una a dire il vero passata in prestito alla Virescit Bergamo) e il passaggio a Messina dove farà il suo esordio anche nel campionato cadetto.

Con la maglia giallorosso dei siciliani scenderà in campo per 105 presenze, marcando il tabellino 31 volte. Stiamo entrando nel periodo di maturazione del giovane talento, che sboccia finalmente in quel di Bari, grazie anche a Giuseppe Materazzi che gli consegna le chiavi dell'attacco in una devastante coppia con Tovalieri.

E' un gran bel gruppo quello messo insieme dal presidente Matarrese, che però l'anno successivo decide di lasciare andare via sia Tovalieri, sia Bigica e Amoruso. In cambio arrivano a onor del vero giocatori di grande qualità come Ingensson e Andersson (che poi andranno a fare le fortune del Bologna), ma è Protti a sbocciare letteralmente nella stagione 95-96.

Doppietta all'Inter, tripletta alla Lazio, gol a raffica. Protti chiuderà il conto a quota 24 reti (come Signori), diventando anche il primo e unico capocannoniere di Serie A a vedere la propria squadra retrocessa.

Una retrocessione che lascia però libero Igor di andare finalmente in una squadra di alta classifica: doveva essere l'Inter in primis, ma poi l'affare sfumò è sarà proprio la Lazio ad aggiudicarsi l'attaccante per 7 miliardi e una coppia gol Protti-Signori da sogno.

Il flop con le grandi

Ormai a 28 anni Protti però ha l'ultima chances di fare il grande salto di qualità e ambire anche al campionato. L'anno sembra quello giusto: un allenatore votato all'attacco come Zeman, Beppe Signori al fianco, l'arrivo di Nedved in rosa, una squadra competitiva e motivata.

E infatti la Lazio chiuderà al quarto posto finendo ancora in zona UEFA quel campionato. Ma per Protti non sarà una bella stagione, con soli 7 gol all'attivo alla fine. Non abbastanza per essere confermato in squadra, tanto che la stagione successiva finì a giocare in un fallimentare Napoli (retrocesso in B) e l'anno dopo ancora in prestito alla Reggiana per un'altra retrocessione (in C1 questa volta).

A cavallo dei 30 anni quello che doveva essere il definitivo salto di qualità, si rivela così un balzo verso gli abissi.

La rinascita a Livorno

Per compiere il cammino che sembra segnato verso il fine carriera, Protti sceglie la sua amata Livorno, la piazza dove in fondo era anche partito tutto. E già alla stagione del suo arrivo qualcosa di buono si vede subito, saranno 11 i gol totali.

Nel 2001 fa ancora meglio, arrivando a quota 20 e prendendosi il titolo di capocannoniere della C1. Basta per un finale di carriera? No, nemmeno per sogno.

L'anno dopo infatti Protti si prende la briga di metterne dentro ben 27 (record per la C1) e di portare il Livorno in Serie B dopo trentuno anni di attesa.

Ma non è ancora finita. A 35 anni si ritrova in cadetteria con la fascia di capitano, gioca praticamente tutte le partite della stagione e segna 23 reti per diventare l'unico giocatore (insieme a Hubner) a vincere tutte le classifiche dei marcatori dei maggiori campionati professionistici.

Stagione successiva, un anno in più all'anagrafe, un gol in più sul tabellino totale (24, secondo solo al suo compagno di squadra Cristiano Lucarelli letteralmente esploso quell'anno) e una meritata promozione che lo riporta ancora una volta nella massima serie.

Protti, ultimo atto

Manca solo il finale perfetto. Che arriva puntualmente alla penultima giornata di campionato. Protti ha ormai annunciato il suo addio al calcio al termine della stagione, dove ha comunque trovato spazio in 27 partite segnando i suoi 6 gol all'attivo a trentasette anni suonati.

La classifica è comoda ma l'avversaria è niente meno che la Juventus. Protti segna il gol del pareggio e incredibilmente al 55' è il Livorno ad essere in vantaggio. Poi arriva il minuto 60 della ripresa, quando l'allenatore Roberto Donadoni (subentrato in corsa) decide di cambiare il suo bomber.

Stadio in delirio, standing ovation per lui chesi toglie la fascia e la passa simbolicamente (e praticamente) proprio a quel Cristiano Lucarelli che poi ne metterà almeno un centinaio in gol per il Livorno.

Sarà l'ultima partita di Igor Protti nel calcio professionistico. E sarà anche l'ultima volta che il numero 10 vestirà una maglia amaranto, ritirata da quel momento in poi proprio per rendere onore al grande capitano.

Dopo il ritiro

Dopo il suo ritiro dal calcio giocato e malgrado aver preso anche il patentino, Protti non comincerà mai la carriera di allenatore, preferendo invece un percorso da dirigente che lo porterà prima nel Tuttocuoio come DS, e poi di nuovo per un periodo a Livorno fino al 2019.